Premessa

Detto Mariano figura come firmatario delle canzoni da me composte e incise, non essendo io (per tutti gli anni sessanta) iscritto alla Siae come compositore, ma solo nella categoria Autori (paroliere). La necessità di ricuperare diritti d'autore - che altrimenti sarebbero andati perduti - costringeva a usare questo escamotage (praticato anche da altri all'interno del Clan e in generale, in uso in tutto l'ambiente musica leggera). Infatti, dei diritti incassati semestralmente, il M° Detto, restituiva al vero autore dei brani depositati a suo nome, la metà della cifra maturata dal brano stesso, trattenendosi l’altra metà per far fronte a una tassazione a suo carico, aumentata proprio grazie a quegli incassi non suoi.

Memoria di Casa Bianca

1967: Considerato il successo ottenuto al festival con: L'immensità, il Clan, decide per la mia nuova partecipazione a Sanremo 1968, con un brano da me scritto, intitolato Canzone e progetta di far uscire in concomitanza col festival - un Long playng di mie composizioni. Da tempo, una persona del mio paese (la signora Bossi), mi stimolava a scrivere una canzone da dedicare alla casa dei miei nonni paterni, distrutta dai bombardamenti in tempo di guerra. Per integrare il mio nascente L.P., nell'occasione di una visita ai miei genitori a Santa Croce - ancora una volta sollecitato dalla suddetta signora - approfittai per scrivere seduta stante, una ninna nanna da dedicare alla Casa Bianca (quando uso il termine scrivere, intendo parole e musica). Tornato a Milano, offrii al sig. Del Prete (direttore artistico del Clan), la scelta editoriale tra Canzone e Casa Bianca, così come si era convenuto con accordi interni. Ovviamente questa (la scelta), cadde sul primo titolo (Canzone), in odore di festival. A quel punto, libero da impegni (editoriali e morali), cedetti Casa Bianca, alle edizioni El and Chriss e con loro, depositammo – a firma Detto/Don Backy - il bollettino di dichiarazione di paternità, presso la Siae . Realizzammo quindi - con gli arrangiamenti orchestrali del M° Detto - i provini delle due canzoni, e - come al solito - li portammo ad Adriano (Celentano), titolare della etichetta Clan, per le valutazioni generali. Nessuno mi contestò alcunché. Qualche tempo dopo, in occasione di Partitissima, (trasmissione tv. abbinata alla lotteria di Capodanno), facendo parte della squadra di Ornella Vanoni, le proposi di essere mia partner - nella esecuzione di Canzone - al prossimo festival sanremese. Si dichiarò interessata e mi promise che sarebbe andata a sentire il provino a casa di Celentano. Avendolo fatto (come successivamente ebbe modo di dichiarare sulla stampa la stessa signora Vanoni), ritenne che il brano non le si addicesse più di tanto, ma di trovare estremamente adatto a sé, il provino (ascoltato casualmente in quella stessa occasione) di Casa Bianca. La signora, la voleva a tutti i costi per andare con essa al festival. Purtroppo – a questa richiesta - si frapponeva un problema insormontabile: In quel tempo, un compositore (autore della musica), poteva presentare al festival (come da regolamento), una sola canzone, mentre era lasciata all'autore (paroliere), la possibilità di presentare anche più testi. il M° Detto (per mio nome e conto), avendo già firmato e inviato al festival, Canzone, non avrebbe quindi potuto presentare anche Casa Bianca. La cosa – almeno per me - sembrò finire lì.

Dicembre 1967

Mi trovavo al Piccolo Teatro, in compagnia di G.M.Volonté (mio partner nel film Banditi a Milano, girato in quel periodo), quando a metà del secondo atto di Marat – Sade - un lavoro al quale partecipava la signora Carla Gravina, compagna di Volonté - una maschera del teatro, venne a scovarmi tra gli spettatori in sala, per dirmi che ero desiderato con urgenza al telefono. Era Detto Mariano, che - con tono concitato - mi metteva al corrente di trovarsi negli uffici Clan, dove mi invitava a raggiungerlo in fretta (alla mezzanotte scadevano i termini), per firmare (nelle sole vesti di paroliere), il documento di presentazione del brano Casa Bianca, al festival di Sanremo. Incredulo per la richiesta, ricordai al M° Mariano, che la cosa era (purtroppo) impossibile, data la nota regola che non gli avrebbe concesso di presentare anche quella canzone, quale compositore della musica (per mio nome e conto). Lui ribadì che la signora Vanoni, voleva a tutti i costi il brano (che le era stato promesso dal Del Prete (sua sponte)), minacciando di disertare il festival se non lo avesse avuto, e che Ravera (organizzatore del medesimo festival) - in quello stesso istante sull'altra linea a parlare con l’amministratore del Clan - pur di accontentarla, faceva temere di buttar fuori anche Canzone, in mancanza di questa concessione. Il problema, aveva una sola via d'uscita: Far firmare il documento di presentazione al festival - per Casa Bianca - a un altro compositore, in modo che la commissione giudicante, vedendo per le due canzoni due compositori diversi, non avesse problemi ad ammetterle entrambe. A questo proposito (mi disse ancora il M° Detto), avevano proposto la cosa a Gino Santercole (confermata dallo stesso), il quale però si era rifiutato. Successivamente era stato rintracciato un certo La Valle - da me mai conosciuto prima – il quale già si stava recando lì, per sottoscrivere quel formale documento (si badi bene: Non il bollettino di dichiarazione di paternità presso la Siae, già regolarmente depositato da 'Don Backy - Detto - Don Backy', ma il documento di presentazione al festival, del tutto platonico e inutile agli effetti della paternità della canzone). Occorrevo quindi io, per firmare come paroliere e avallare l’operazione. Ovviamente, mi rifiutai di sottostare a quell'inghippo, evitando di andare al Clan (nonostante le promesse che i diritti sarebbero stati comunque tutelati grazie al vero bollettino, e che il La Valle – per quella operazione truffaldina - si sarebbe contentato di un regalo). Nonostante il mio rifiuto, scoprii in seguito che la canzone Casa Bianca, era stata presentata comunque al festival, firmata da La Valle e da Detto Mariano (rivelatomi da lui medesimo), il quale falsificò la mia firma quale autore delle parole. Questa la goccia che fece traboccare il vaso delle angherie amministrative, che – da tempo – subivo al Clan e che mi condusse inevitabilmente alla rottura dei rapporti. In seguito, il La Valle – avendo schierate alle sue spalle le batterie pesanti di A. Celentano - pensò bene di dichiararsi ispiratore del brano, avendo solamente da guadagnare da un simile presa di posizione, riconoscendomi - bontà sua - quale autore delle parole, pur non avendo mai (io) firmato alcun bollettino di dichiarazione di paternità presso la Siae con questo tizio, tanto meno quello formale di presentazione al festival. Oggi – a distanza di più di 30 anni – ho perduto questa canzone per la parte musicale, che è stata assegnata a questo sedicente autore, La Valle, il quale vorrei rispondesse (ma le risposte le accetterei anche da chiunque di quella combriccola volesse darmele), a queste seguenti domande: (Mi chiedo: Per quale motivo il La Valle non avrebbe dovuto pretendere di depositare con me il brano in Siae appena composto, visto che – bontà sua – mi concede di essere l’autore delle parole? E quando le avrei scritte? Dove? Con lui presente? Altrimenti come fa ad asserire che le ho scritte io? Perché il Del Prete non disse immediatamente che la musica era di quell’individuo, visto che in seguito l’ha testimoniato? Perché – visto che era il paroliere del Clan (sig!), il Del Prete non scrisse lui il testo? Perché io avrei dovuto scrivere il testo su una musica non mia, visto che non l’ho mai fatto per nessuno, se non – agli inizi – per interni al Clan: Santercole, Milena, Adriano (Pregherò, Tu vedrai, Sabato Triste, Eh, già, Sono un fallito…) e qualche cover di brani dei Beatles?). Se il foglio che conteneva la melodia del brano – che dicono si trovasse confusa tra altri brani, su un tavolo al Clan (ridicolo) - portava la firma di La Valle, perché Mariano avrebbe dovuto appropriarsene, correndo un rischio così grave e certo? E anche ammesso che esistesse un tavolo del genere e una prassi simile, se il foglio – invece - non recava nessuna firma, come fa il La Valle (e soprattutto il Del Prete) ad asserire che fosse sua? Con la testimonianza del fruttaiolo sotto casa, o della guardia comunale? Hanno loro l’orecchio assoluto per ricordare una melodia sentita – magari - qualche anno prima? E quante volte l’hanno sentita? E su che strumento? E dopo quanto tempo se ne sono ricordati? Ma va’ là, buffoni. (Fossi stato io il giudice, li avrei torchiati ben bene e poi gli avrei dato la lezione che meritano i falsi testimoni). Ovviamente - dal palcoscenico sanremese – i presentatori furono costretti a lanciare la canzone con autori La Valle/Don Backy, primo, perché – per loro – il documento, non presentava - formalmente - alcuna anomalia burocratica, o tecnica. Secondo, perché - qualora fossero stati nominati i veri autori - ci sarebbe stata la squalifica immediata della canzone stessa dalla gara, con conseguenze disastrose. Ecco come andarono le cose! Avallo la linearità incontestabile di questa esposizione dei fatti, pronunciando lo stesso giuramento (mia sponte) fatto davanti al giudice - dott. Vannicelli – (un giudice – purtroppo - non competente sulla causa, ma solo incaricato di sondare la possibilità di un accordo tra le parti. Accordo che io ho respinto) nell'udienza del 20/3/1996, Tribunale di Monza - rivolgendomi a un crocifisso alle spalle del magistrato: ”GIURO solennemente davanti a Dio e agli uomini, e siccome potrei essere un ateo (ma non lo sono), lo giuro anche sulla testa di mio figlio, che la canzone Casa Bianca, è mia in toto, parole e musica!” Detto e La Valle presenti in quella stessa stanza con i loro legali, su mia sollecitazione - guarda caso - si rifiutarono di ripeterlo, sapendo forse che - fino a quel punto - si può scherzare coi fanti, ma non coi Santi, (figuriamoci col figlio di Dio).

Lettera finale:

‘Caro’ La Valle Eligio, il destino ti ha già punito facendoti attendere più di 30 anni, per arrivare a ottenere questo risultato, impedendoti di riuscire a farlo quando magari avresti potuto goderne. Adesso, persona di oltre 80 anni, sei finalmente riuscito ad ottenere qualcosa che non ti appartiene. ‘Godrài’ di frutti cospicui non tuoi e forse dentro di te riuscirai anche a gioire per essere riuscito in questa ‘bella impresa’ (cosa della quale – se hai una coscienza – io dubito), senza pensare alle sofferenze inflitte agli altri con il tuo agire guasto. Ma io vorrei poter chiedere a tua moglie o anche ai tuoi figli (se ne hai), se si sentono orgogliosi di cotanto marito e padre, ora che sanno la verità. Gli chiedano – guardandolo negli occhi – di giurare sulla loro testa, di aver scritto la musica di “Casa Bianca”. Io invece, chiamo a testimoni i miei morti - che in quella casa vissero - che tutto ciò che ho detto, è la verità. Le bugie, ricadranno sulle teste di chi – falsi testimoni, avvocati di controparte e quant’altri – pur sapendo la verità (come pure Adriano Celentano), non ha speso una sola parola per affermarla. Sono certo però che ‘la farina del diavolo ti andrà tutta in crusca’ e questi denari – sottratti al legittimo proprietario – la mancanza dei quali magari avrà cambiato o forse cambierà il destino di famiglie e persone – saranno così maledetti, che certamente non potranno portare che sofferenze e drammi. Ai falsi, ipocriti e bugiardi, dedico questa memoria a loro imperitura vergogna!!!

 

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